AkaCisco reviewed La luce e l'onda by Massimo Recalcati
Un po' interessante un po' minestrina
2 stars
Il libro tocca temi interessanti e ha la piacevolezza di non cadere nella nostalgia. Più volte, pur mostrando i limiti della Scuola contemporanea, afferma la positività del movimento di contestazione degli anni '60, evitando quindi di rivendicare una scuola che, come afferma Recalcati, non aveva nulla di positivo. Di contro c'è un rifiuto un po' superficiale delle teorie libertarie, che liquida sempre come banali o comunque non approfondite, una un po' stucchevole tendenza a citare continuamente gli stessi autori, nel bene San Jacques Lacan nel male Foucault che rispetta ma del quale liquida le teorie sulla scuola senza voler comprendere l'aspetto politico delle proprie. La scuola dispositivo normativo, dice Recalcati, è in parte necessaria (e su questo mi pare abbia ragione) ma non è solo quello; la scuola, dice, è anche liberazione del desiderio. Sottostimando però le questioni strutturali, pur provenendo da un'area di critica del capitalismo mi pare, finisce …
Il libro tocca temi interessanti e ha la piacevolezza di non cadere nella nostalgia. Più volte, pur mostrando i limiti della Scuola contemporanea, afferma la positività del movimento di contestazione degli anni '60, evitando quindi di rivendicare una scuola che, come afferma Recalcati, non aveva nulla di positivo. Di contro c'è un rifiuto un po' superficiale delle teorie libertarie, che liquida sempre come banali o comunque non approfondite, una un po' stucchevole tendenza a citare continuamente gli stessi autori, nel bene San Jacques Lacan nel male Foucault che rispetta ma del quale liquida le teorie sulla scuola senza voler comprendere l'aspetto politico delle proprie. La scuola dispositivo normativo, dice Recalcati, è in parte necessaria (e su questo mi pare abbia ragione) ma non è solo quello; la scuola, dice, è anche liberazione del desiderio. Sottostimando però le questioni strutturali, pur provenendo da un'area di critica del capitalismo mi pare, finisce per non vedere come la scuola dovrebbe essere luogo di liberazione ma non lo è per volontà politiche che dipendono anche dalla struttura economica della nostra società. Il vero limite del libro però, a mio avviso, è non considerare la pedagogia. Autori come Paulo Freire o bell hooks che si sono interrogati proprio su come portare l'aspetto di liberazione nelle aule e si sono scontrat+ con le difficoltà di queste scelte, non sono considerati e, credo, sarebbero proprio il perno per ragionare sul passaggio da ciò che Foucault analizza e ciò che Recalcati immagina (che poi finisce per buttare addosso a quella minoranza, a suo avviso, di insegnanti che fanno male i "maestri" ma se sono una minoranza come è possibile che intacchino così tanto la scuola?)
